mercoledì 23 ottobre 2013

Analogie italiane, d'assurdo esistere

Numeri scissi e propagati
in regole e deroghe emblematiche,
tra origami d'espressione bivalenti 
e lemma ambigui d'accezione,

disegnano il buio delle notti
senza luna che,
promettono nulla.

Sull'altare delle verità, vane,
nel vidiwall  scorrono inclementi
illusioni, delusioni, mancanze,

presenze assidue che,
in un teatro dell'assurdo, recitano:
Samuel Beckett, al meglio.

In scena quotidiana:
lo sviscerare il niente e le fragilità,
nei nonsense di follia umana.

Regole e credo sfidati all'agonia 
si pongono infinite domande
da tempo ormai.

La vita non risponde; 
per sadico fato o, semplicemente,
per catturare ancora una volta

l'attenzione della mente, 
costringendola alla ricerca 
di metamorfosi, 
d'una svolta.
***
dfp*g. 2o13-1o-22




Sinossi.
Analogie:Tutti in una barca che fa acqua da ogni parte.
Da un lato i regnanti di una pseudo-democrazia che propongono soluzioni drastiche, inventate
ed elaborate quotidianamente per Chi, ormai, ha solo il sangue da offrire. Evitando di calcolare
i loro interessi personali; i costi, il gravame di una casta d'irriducibili presenzialisti inconcludenti
quali sono, nel  ' transatlantico nazionale'.
Dall'altra, la folta schiera di un  Popolo che, esasperato e provato dalle costanti difficoltà, deve
interpretare le volontà dei 'regnanti' ed eseguire puntualmente le loro direttive-panacee, per porre
rimedio ai problemi creati in precedenza, da loro. Auspicando che trovino soluzioni nel rispetto
della dignità di un Popolo che, per la Costituzione è sovrano ma, da loro, esonerato nella noncuranza. 

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